SPRING: CON AUDACIA DALLA DACIA

44 CV E 305 KM DI AUTONOMIA IN CITTA’ E 9.460 CON INCENTIVI

“Audacia e Dacia”, questo il leitmotiv che caratterizza la campagna promozionale della nuova Spring: l’auto elettrica più economica del mercato. Quest’auto è audace sul serio ed ha un compito piuttosto gravoso: quello di democratizzare la mobilità elettrica, arrivando a toccare qualsiasi classe sociale ed economica. Certo, parliamoci chiaro, l’auto elettrica ancora non può essere l’unica che sta in casa e, per un utilizzo pieno, bisogna godere di alcune condizioni favorevoli: un box privato, un garage che consente ricariche, “Parecchie” colonnine vicine all’abitazione, altrimenti, nascono tanti problemi. Nel caso qualcuno di voi rientri nelle sopra menzionate categorie e necessiti di un’auto “Vera”, per portare figli a scuola, andare a fare la spesa e caricare dietro di tutto, avete trovato l’auto giusta. Il concetto della Spring è semplice: pochi fronzoli, tanta efficienza ed una totale fruibilità a 360 gradi. Noi abbiamo avuto un primo appuntamento, con questa cittadina elettrica, durato circa un’oretta, decisamente poco, per evidenziare pregi e scovare difetti, ma comunque sufficiente per una valutazione di massima e, come si dice: la prima impressione è quella che conta. Allora, vediamo subito i punti di forza dell’auto: innanzitutto un prezzo d’acquisto che, con tutti gli incentivi del caso, è di 9.460 euro (un caffè al giorno, come dicono in Renault); un motore elettrico sincrono da 44 Cv, autonomia cittadina (stimata secondo protocollo WLTP, molto vicino alla realtà) di 305 km, un bagagliaio che va dai 290 ai 620 litri. Tra i pregi, abbiamo inserito anche il motore: prestazioni limitate, potrebbe pensare qualcuno, ma si tratta di una scelta, frutto di una strategia ben precisa. Non sarebbe mancato modo, in casa Renault, di mettere sotto al cofano un bel motore da 80 Cv, come quello della Twingo ed una batteria raffreddata a liquido, come quella della Twingo, ma tutto ciò comporta: un aumento di costi ed i Cv in più si traducono, inevitabile, in una diminuzione dell’autonomia ed incremento dei tempi di ricarica.

Venendo al dunque. La Sping ha l’aspetto di un piccolo Suv cittadino, con tanto di piastra paramotore e barre portatutto sul tetto, lungo 3,73 metri ed altezza libera da terra di 15,1 cm, che consente di superare buche e sconnessi vari. Il motore è un elettrico sincrono (la tipologia più affidabile) da 33 kW (44 Cv) e 125 Nm di coppia massima, alimentato da una batteria agli ioni di litio da 27,4 kWh. L’autonomia dichiarata, come anticipato, va dai 230 extraurbani ai 305 cittadini (tutte le elettriche percorrono più km in ambito urbano). Poi c’è il tastino “Eco”, che abbatte la potenza a 23 kWh, limitando la velocità massima (da 125 a 100 km/h), ma fa guadagnare quasi un 10% in più di chilometraggio disponibile. Ora facciamo il punto sulle possibilità di ricarica. L’auto viene fornita, di serie, con un cavo Modo3-tipo 2, in grado di sfruttare a pineo punti da 22 kWh e 32A, ma c’è anche quello per le centraline da 30 kWh, come optional. Vediamo i tempi: meno di 1,5 ore per il 100%, con una colonnina da 30 kW; meno di 5 ore per il 100% su una Wallbox da 7,4 kW; meno di 8,5 ore per il 100% su una Wallbox da 3,7 kW; meno di 14 ore per il 100% su presa domestica da 2,3 kW.

Noi abbiamo fatto un centinaio di km, tra centro ed extraurbano ed abbiamo notato, subito, che l’auto consuma davvero poco. Tutto è molto semplice ed intuibile, come il cursore del cambio, una rotella con 3 posizioni: D, N e R. Non ci siamo risparmiati e siamo tornati con due terzi della batteria. La nostra “Plus” era piena di roba, con lo schermo da 7 pollici e la possibilità, tramite app, di fare tante cose in remoto, come verificare la carica ed individuare la posizione dell’auto (una possibilità non di poco conto, quando si dimentica il parcheggio). Come anticipato, 44 Cv sembrano pochi, ma obiettivamente non lo sono. L’auto è comunque sempre pronta e fruibile e, anche se non è un mostro di potenza, credete, non ti fa sentire la mancanza dell’aggiuntina. Forse, un bell’E-pedal, con la possibilità di guidare sempre e solo con l’acceleratore (acceleri e vai, togli il gas e ti fermi), non avrebbe stonato. L’auto, comunque, in rallentamento ricarica sempre, soprattutto in “Eco”, modalità che ci ha piacevolmente sorpreso. Ci aspettavamo un “Polmone”, per dirla alla romana, invece, la differenza si nota poco e l’autonomia aumenta sul serio.

In Italia arriveranno 3 versioni: Confort, Confort Plus e Business, per gli utenti professionali. Già la base, parte di serie con: AEBS, ESP, ABS, EBD, BAS, climatizzatore, luci diurne a Led con firma luminosa a Y e radio DAB Bluetooth & USB; la Plus in più ha il metallizzato, il sistema di Navigazione con display touchscreen 7” con Bluetooth e smartphone replication & USB, i sensori di parcheggio con retrocamera e personalizzazioni in arancione (specchietti e stripping). I prezzi partono da un listino di 19.900 euro, abbattuti a 9.460 con i vari incentivi. 21.400 e 10.960 per la Confort Plus. Entro l’anno, poi, dovrebbe arrivare anche la versione Cargo, un commerciale due posti, con tutto il posteriore adibito a vano carico, per 1.10 litri di capacità.

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