Monopattini in sharing: casco obbligatorio per i maggiorenni? No, Grazie!

Decisione senza precedenti in Europa che va contro tutto e contro tutti. Così si penalizza la mobilità sostenibile, rischio fuga delle aziende all’estero. E in questo momento è l’ultima cosa che servirebbe all’economia italiana.

“Dopo oltre tre mesi di colloqui e la stesura di un protocollo di intesa, si apprende con stupore da fonti giornalistiche che il Mims è orientato a introdurre l’obbligo del casco per i maggiorenni che utilizzano il monopattino in sharing. Sarebbe una scelta drammatica per l’industria della mobilità sostenibile, non basata su dati oggettivi relativi agli incidenti. Da uno studio dell’’Osservatorio Sharing Mobility presso il Ministero dell’Ambiente emerge, infatti, come si verifichino 44 incidenti ogni 10mila monopattini in sharing, pari allo 0,004%. Numeri alla mano, quindi, n Italia non esiste alcuna emergenza per i monopattini in sharing che giustifichino l’obbligo del casco per i maggiorenni”. E’ quanto dichiarato da Assosharing, l’associazione che riunisce il comparto della mobilità sostenibile in sharing.

“L’obbligo del casco – continua l’associazione – renderebbe l’Italia una vera e propria anomalia su scala europea e condannerebbe il Paese agli ultimi posti della classifica sulla mobilità sostenibile. Sarebbe, infatti, una decisione che rischierebbe di indebolire un mercato in costante crescita, che può vantare il favore degli investitori anche internazionali, che ha attivato in poco tempo migliaia di posti di lavoro, soprattutto tra i giovani, e che sta ridisegnando le nostre città che puntano sulla sostenibilità, contribuendo ad abbattere l’inquinamento. Nel 2020 sono stati registrati 7,4 milioni di noleggi con un risparmio netto per la collettività, in termini ambientali, di due milioni di kg di CO2 rispetto a quelle emesse per percorrere gli stessi chilometri con un autoveicolo di media cilindrata. Auspichiamo che il Governo adotti scelte lungimiranti e in linea con gli altri Paesi europei, evitando che si inneschi una fuga dall’Italia da parte delle aziende”, conclude Assosharing.

Il timore è che si agisca sull’onda di una narrazione semplicistica e sensazionalistica, non considerando i numeri, non valutando la dinamica degli incidenti avvenuti e le proposte responsabili elaborate dal settore. Bisogna ricordare come la quasi totalità degli incidenti gravi abbia coinvolto i monopattini privati e non quelli della sharing mobility. Lo sharing è fra le realtà più sicure in assoluto su strada: i mezzi sono dotati di gps, assicurazione e regolatore di velocità da remoto che non consente manomissioni. Assosharing si è messa a disposizione per pianificare investimenti nelle città che consentano di pianificare nuove infrastrutture e parcheggi, a beneficio del decoro. Si impegna anche a implementare nuovi strumenti tecnologici di sicurezza sui mezzi. Si è inoltre già impegnata ad attuare, sin da subito, alcune importanti iniziative, tra cui la riduzione delle velocità massima di circolazione per i monopattini, riducendola da 25 km/h a 20km/h, e l’obbligo di assicurazione RCT.  Si chiede quindi al Governo di non indebolire un pezzo importante dell’economia italiana, rendendo le nostre città luoghi meno sostenibili, con pesanti ricadute in termini di emissioni e inquinamento.

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